La nuova configurazione presenta accanto ai locali funzionali al servizio di trasporto spazi, quali piccole attività commerciali e un bar ristorante, che possano trasformare la
stazione da semplice luogo di transito per gli utenti-passeggeri in luogo per che favorisca l’aggregazione sociale in un area urbana molto carente di servizi.
L’intervento nel suo complesso è mirato a restituire un edificio che possa risultare coerente da un punto di vista percettivo-compositivo ma capace di integrare l’edificio esistente in un rapporto dialettico, non mimetico. Il percorso progettuale è sintetizzato da due concetti in cui la riduzione dell’edificio esistente a “ready made” è seguita da un processo di sottraction-addiction in cui i nuovi spazi dell’ampliamento si proiettano, integrandosi, nell’edificio esistente.
Lo spazio interno, di conseguenza, risulta estremamente fluido, senza soluzioni di continuità dalla piazza ai binari. Tale permeabilità risulta essere amplificata in corrispondenza degli spazi, completamente vetrati, ai lati del corpo in ampliamento. Tale soluzione, oltre che restituire maggiore respiro agli spazi interni, è una citazione del principio insediativo del centro storico di Elmas, in cui la struttura urbana è caratterizzata da percorsi paralleli orientati sull’asse est-ovest. Il doppio affaccio dello spazio interno genera uno spazio mutante, naturale espansione delle attività che si svolgono all’interno dell’edificio in ampliamento, in particolare il bar e il ristorante. Il rivestimento in gres porcellanato con lastre a grande formato è progettato in maniera da ottenere un “effetto pixel” che genera un disegno astratto con sfumature simili a quelle di una roccia sedimentaria, quasi che la stazione fosse costruita con un materiale derivato dai limi e dai sedimenti del vicino stagno di Santa Gilla, solidificatisi in ere geologiche.
Arch. Marco Tradori
Ing. Paolo Fadda
Michele Onali
Ing. Federico Sollai
Cèdric Dasesson
13 Dicembre 2018